Rispondi anche tu alla SIAE
Sai chi sono Confindustria e la SIAE?
Se non lo sai fa niente. In breve: Confindustria è una grande amica dei consumatori e la SIAE è un modernissimo istituto per difendere i diritti dei più deboli.
Testimonial realista |
dr Jack, ma dove vivi? |
Nel mondo delle favole del fantasy.
In ogni caso settimana scorsa non ho avuto il tempo di girare alcune domande che hanno proposto questi due amichevoli istituti per continuare a fottere il consumatore e propinargli propaganda inverosimile per sensibilizzare la coscienza dei consumatori rispetto a un argomento importante.
Perché se ci ragioni bene anche le scritte sui muri, essendo proprietà intellettuale, dovrebbero essere protette. Se vuoi guardarle paga!
Le mie risposte hanno lo stesso tono delle domande. Per chi vuole delle risposte più serie ci sono altri link come questo.
Potete cercarne altri con google o come preferite. Anche se sono certo che, se sei un lettore di fantasy eydor, non hai certo bisogno di delegare a terzi, potresti benissimo rispondere tu.
1. Perché il diritto d’autore, che fuori dalla rete è riconosciuto, in rete non deve essere remunerato?
In realtà viene " rimunerato" anche nella rete. Vogliamo renunerarlo di più? Va bene. Vediamo come si può fare. Potremmo chiedere a Konrath che si sta ingrassando ogni giorno di più con la vendita di ebook. Come fa? Semplice, fa a meno di briganti come publishers e istituti che chiedono il pizzo agli autori. Semplice no? Per accrescere il valore del diritto d'autore si potrebbero abolire istituti vecchi di secoli.
Guadagnerebbe di più l'autore e spenderebbe di meno il consumatore.
2. Perché coloro che criticano il provvedimento AGCOM non criticano anzitutto il furto della proprietà intellettuale? Perché impedire la messa in rete di proprietà intellettuale acquisita illegalmente dovrebbe essere considerata una forma di censura?
Prima di tutto... illegale per quale legge? Siate specifici e nominatemi una sentenza della corte di cassazione dove viene identificato come illegale il comportamento di un usufruitore/consumatore e possiamo riparlarne.
Perché sono tutti capaci ad interpretare come gli pare la legge, ma senza giurisprudenza stiamo parlando solo di dottrina e opinioni personali.
Passando al furto: nella stragrande maggioranza dei casi non sussiste. Sono in pochi quelli che rubano la proprietà intellettuale per rivenderla a danno del reale proprietario.
O state parlando di qualche altro genere di furto? In quel caso bisognerebbe chiarire cosa si ruba esattamente.
E consideriamo bene le parole, forse non bisognerebbe dire: "impedire la messa in rete di proprietà intellettuale acquisita illegalmente", ma l'intento dei publishers potrebbe essere "violare la privacy, sputare sopra ai diritti del consumatore e impedire tutti i generi di condivisione per poter continuare a chiedere il pizzo un sovrapprezzo".
3. Perché dovrebbe risultare ingiusto colpire chi illegalmente sfrutta il lavoro degli altri?
E' un'affermazione un po' vaga. Io la amplierei in "perchè è ingiusto colpire chi sfrutta il lavoro degli altri offrendo in cambio inefficienza e regole del 1800?"
Se un istituto pubblico con il monopolio del settore non funziona bisogna punirlo o quantomeno sostituirlo e non renderlo più invasivo.
4. Perché si ritiene giusto pagare la connessione della rete, che non è mai gratis, ed ingiusto pagare i contenuti? E perché non ci si chiede cosa sarebbe la rete senza i contenuti?
Interessante la presupposizione in queste domande. Quindi la SIAE vorrebbe farsi pagare i contenuti di tutti quanti! Vorrebbe che qualsiasi contenuto in rete abbia la sua protezione!
Esistono anche altre società che offrono la loro protezione chiedendo in cambio danaro!
La vera domanda è: quando è lecito obbligare il pagamento della protezione?
5. Perché il diritto all’equo compenso viene strumentalmente, da alcuni, chiamato tassa? Perché non sono chiamate tasse i compensi di medici, ingegneri, avvocati, meccanici, idraulici, ecc.?
L'equo compenso è quello che percepisce la SIAE. Vorrebbero chiamarlo con il nome dei compensi che prendono medici, ingegneri avvocati meccanici e idraulici. Interessante che non abbiano inserito gli onestissimi e sottopagati "notai".
In ogni caso la SIAE non fa quello che fanno i professionisti di cui sopra. Io considererei anche altri modo di chiamarlo. La SIAE si occupa di protezione! L'equo compenso potrebbe anche essere chiamato come gli introiti che percepisce un "protettore".
Qualcuno ricorda i DRM di GTA 4?
6. Perché Internet, che per molte imprese rappresenta una opportunità di lavoro, per gli autori e gli editori deve rappresentare un pericolo?
Questa è banale. Internet per gli autori è un'opportunità incredibile. Se non credete a Konrath basta leggere le classifiche di vendita degli autori autopubblicati.
Effettivamente invece per gli editori rappresenta un pericolo, e anche per i monaci amanuensi, per chi vuole fermare la libertà di espressione, e in generale per chi si comporta in maniera contraria all'interesse del consumatore.
7. Perché nessuno si chiede a tutela di quali interessi si vuole creare questa contrapposizione (che semplicemente non esiste) tra autori e produttori di contenuti e utenti?
A parte il modo di porre la domanda... e della contrapposizione non contrapposta. Devo di nuovo rispondere in maniera contraria.
Ce lo si chiede eccome.
Per difendere quali interessi sono stati inventati i DRM? Per quale motivo si vuole mandare una vecchietta o una madre single di 4 figli in tribunale a pagare milioni e milioni? Per quale motivo si sta cercando di forzare la creazioni di leggi restrittive? Come mai al tavolo dove si sta discutendo di queste leggi ci sono solo i publishers e nessuno a rappresentare i consumatori?
Sono domande che ci porgiamo tutti. Dalle risposte molto semplici.
8. Perché dovremmo essere contro la libertà dei consumatori? Ma quale libertà? Quella di scegliere cosa acquistare ad un prezzo equo o quella di usufruirne gratis (free syndrome) solo perché qualcuno che l’ha “rubata” te la mette a disposizione?
Scusami SIAE, ma io lo faccio perché un giorno vorrei poter prestare il libro che ho letto alla suocera del mio terzo cugino zoppo (un saluto a tutte le suocere).
Una legge che mi vieta di prestare un ebook a una suocera mi sembra palesemente contro la libertà del consumatore.
Per voi, SIAE, non è così? E' un po' ridicolo impedirmi di prestarlo, per non parlare delle accuse di furto...
Questa suocera ha scoperto che non può più scroccare ebook.
9. Perché nessuno dice che l’industria della cultura occupa in Italia quasi mezzo milione di lavoratori e le società “over the top” al massimo qualche decina? E perché chi accusa l’industria culturale di essere in grave ritardo sulla offerta legale di contenuti, poi vuole sottrarci quelle risorse necessarie per continuare a lavorare e dare lavoro e per investire sulle nuove tecnologie e sul futuro?
E' inutile piagnucolare. Un istituto anacronistico rimane un istituto anacronistico. Se offri un servizio inservibile devi seguire le leggi del mercato e fallire, non chiedere una legge che ti dichiari "santità" per ottenere una rendita vitalizia a spese dei cittadini.
Certo, capisco l'argomento retorico: offrire lavoro ad alcuni è positivo. Bisognerebbe però soppesarlo con la contropartita: togliere danaro a un sacco di altri, obbligandoli a pagare sia il pizzo l'equo compenso, che le decisioni di prezzo dei publishers.
Oltre a Konrath e agli autopubblicati da amazon quante altre dimostrazioni vuoi?
Cara SIAE, esigere soldi solo perché qualcuno è più forte e può bullizzare il prossimo è un comportamento corretto secondo te?
Offrirti leggi ad hoc per mandare sul lastrico povere madri di famiglia single come succede negli USA non mi sembra molto saggio.
Questo non toglie che servano leggi nuove: queste leggi dovranno considerare gli strumenti attuali, aggiornando le leggi sul copyright.
E dati gli strumenti attuali i vigenti organi di protezione sono ormai obsoleti.
10. Perché, secondo alcuni, non abbiamo il diritto di difendere il frutto del nostro lavoro, non possiamo avere pari dignità e dobbiamo continuare a essere “figli di un Dio minore”?
Difendere il frutto del proprio lavoro va bene, ma il lavoro si basa su accordi e sul rispetto reciproco. Perché se fai una cosa che nessuno chiede e pretendi di essere pagato, be' finiamo alle solite. Tutti sanno qual è il nome delle "obbligazioni forzate per ottenere un pagamento".
Avere una retribuzione per diritto divino si basa su privilegi e monopolio. Non sul "diritto del vostro lavoro".
Testimonial contrapposto |
dr Jack, ma non lo sai che non si dovrebbe rispondere alle domande con altre domanda? |
Perché, tu come avresti risposto?